Nuovo capitolo nella rivalità, almeno dal punto di vista mediatico e a distanza, tra Arrigo Sacchi e Max Allegri.
Dopo che Sacchi aveva sottolineato il suo successo in Champions League confrontandolo con quello della Juventus, Allegri ha risposto con stile in conferenza stampa:
"Chiedete ad Arrigo le differenze," ha detto Allegri, "lui è stato un uomo importante per il calcio. Questa va chiesta a lui, non so. Sono tutte parole che lasciano il tempo che trovano. Arrigo va ringraziato, è stato un innovatore, in quel momento c'era bisogno di cambiare qualcosa."
Questa risposta è solo l'ultimo capitolo di una serie di scambi pungenti tra i due allenatori. Tuttavia, non è la prima volta che le loro divergenze si manifestano pubblicamente. Già in passato erano volate frecciatine, con richieste di rispetto e dichiarazioni di affetto miste a pungenti osservazioni sul calcio italiano.
Particolarmente significative sono state le parole di Sacchi a febbraio, criticate in quel caso da Allegri.
"Non dico me l’aspettassi, ma era possibile che potesse accadere: non vedevo brillantezza, bellezza, innovazione e solo che in Italia, se vinci, sei bravo in ogni modo. Il fatto è che siamo una nazione di tattici, in tutti i settori e non solo in panchina: chi più chi meno, andiamo avanti con le furbate.
Allegri è un bravo allenatore tattico, categoria che tende a imporsi punendo l’errore avversario, lo stratega cerca invece il successo attraverso la propria strategia. Per quanto mi riguarda, la vittoria senza merito non è vittoria."
Altre discussioni furono nell'ottobre 2014, dopo uno Juventus-Roma, un'altra nel 2016. Non se le sono mai mandate a dire, insomma.