Il braccino di rango: caratteristica di una macchina raffinata
Un’Inter metodica e scientifica, sapientemente difensiva e attendista quella vista nel recupero contro un Sassuolo largamente rimaneggiato.Â
Se “la disciplina è il ponte tra obiettivo e risultato”, allora l’Inter ha la strada spianata verso il tricolore. E l’abnegazione e l’ordine con cui i ragazzi leggono lo spartito cinico e speculativo imposto dalla “cifra tattica” di mister Conte, non concedono spazio al dubbio in tal senso.Â
I 16 punti da cogliere dei 27 disponibili per la matematica certezza non costituiscono un bottino ragguardevole a cui aspirare, rimanendo ampiamente al di sotto di ogni media riferita all’armata nerazzurra nella corrente stagione.Â
All’acume tattico di mister Conte non sarĂ certamente sfuggito che la squadra sta via via riducendo di partita in partita il minutaggio in possesso palla e che la squadra ha progressivamente arretrato il baricentro sino alla partita di ieri: contro il Sassuolo per lunghi tratti la squadra è apparsa troppo bassa (almeno 15 metri), con 10 undicesimi dietro la linea della palla e con un posizionamento tattico che ha permesso a un avversario volenteroso ma inoffensivo e “spuntato” di avvicinarsi alla zona tiro, peraltro e per sorte con pessimi risultati.Â
Inutile disquisire in merito al dubbio rigore non assegnato per la breve trattenuta di De Vrij o all’eventuale capacitĂ di reazione dei nostri. “Dei se e dei ma son pieni i fossi” ma rimane innegabile che un provvisorio pareggio avrebbe potenzialmente complicato i piani strategici della squadra.Â
Ho introdotto il tema del “braccino” in un articolo riferito alle prime avvisaglie di un gioco “al risparmio”, riprendendolo successivamente per definire il braccino un “brand”, un marchio di fabbrica, figlio di strategia e non frutto di paure, quasi a stigmatizzare un atteggiamento in via di rapido consolidamento.Â
E se da un lato le ultime 5 partite ovvero 5 vittorie non lascino dubbi in merito a una vocazione radicata, dall’altro non posso non osservare i rischi correlati all’estremizzazione di tale vocazione.Â
Un “braccino” di rango, che sia in grado di modulare il cinismo nei 90 minuti, che sia capace di modificare il decorso monocorde della partita, che diventi, infine, speculativo a risultato acquisito e nel pieno controllo del medesimo, costituisce ad avviso di chi scrive un soddisfacente ma necessario compromesso per le 9 round che mancano al termine della stagione: per non soffrire, per non rimettere in gioco ciò che meritatamente la squadra ha saputo costruire ... per guardare all’Europa della prossima stagione con un bagaglio in “modulazione di frequenza” e con un’organizzazione tattica flessibile: alzare, abbassare, accelerare e rallentare.Â
Scegliere di non giocare e decidere di non farlo, nei vari momenti di una partita, non costituisce un vezzo estetico fine a se stesso ma è la migliore rappresentazione di una “macchina” raffinata e sofisticata, che si lasci apprezzare anche nella performance meno esaltante.Â
Si vince non giocando, si vince giocando. E si può perdere in entrambi i casi. E l’imprevisto richiede preparazione.Â
La speranza è che in questa cavalcata finale i nerazzurri, oltre a badare al sodo, possano ampliare e maturare un know how tattico e organizzativo estensivo. Â
AMALA! ⚫️🔵
LDVÂ
Commenti
esatto a me non interessa giocare bene e facendo un gran calcio ma giocare per vincere come vuole Conte e così ci prendiamo lo scudetto anche vincendo semrpe a culo 💙🖤💪⚽👏👍🇮🇹
Okkio Godin,Naingolan e Rugani avranno il dente avvelenato,non sarĂ una passeggiata di salute.
ragazzi serve concentrazione massima al di lĂ del braccino ,ho lo champagne, umiltĂ e pedalare .