I GEMELLI DEL GOAL
Avevano solo 14 anni quando per la prima volta si trovarono faccia a faccia a Coverciano.
“Ciao sono Gianluca”
“Piacere Roberto”
Gianluca giocava con la Cremonese, in Serie B, e aveva dovuto mangiarsi letteralmente il terreno sui campi di provincia per dimostrare che quella chiamata l’aveva meritata. Roberto era già un predestinato, uno di quelli che nasce una volta su un milione, il classico numero 10 che sul campo fa apparire facili tutte le giocate più difficili.
Roberto era talento e fantasia. Gianluca era tenacia e dedizione. Insieme si completavano alla perfezione. Nel 1984 quando Vialli raggiunse Mancini alla Sampdoria, portare uno scudetto a Genova era come trovare l’acqua su Marte. Ma quei due ragazzi, appena ventenni, avevano portato qualcosa in quella squadra che nel calcio non ha prezzo: “Amicizia, rispetto, fedeltà, altruismo, i nostri valori. Ci sentivamo una famiglia” (MANCINI)
La Sampdoria Campione d’Italia del 1991 è il classico sogno con cui ogni tifoso innamorato del calcio baratterebbe un anno di vita pur di trovarsi dentro almeno una volta. I “gemelli del gol”, come vennero soprannominati, rifiutarono tutte le offerte di trasferimento per quella promessa fatta al loro presidente Mantovani che valeva più della gloria: “La Sampdoria sarà grande”
Quell’anno fu il trionfo di Davide contro Golia, dei sogni sulla realtà, dell’amore sulla logica del potere economico. Tutto ciò di cui l’Italia oggi ha bisogno per dimenticare la clamorosa esclusione al mondiale del 2018 e restituire la passione alla gente. 30 anni dopo il miracolo sportivo di Genova, Vialli e Mancini possono scrivere insieme una nuova favola. E per chi sa come si combattono battaglie ancora più grandi, in campo, ma soprattutto fuori, “impossibile” è solo una parola che ai coraggiosi non fa alcuna paura.
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due signori del calcio 👏👏👏