Facciamo un gioco: analisi dei primi mesi di Sarri, quali differenze trovate con Pirlo?
Ciao a tutti, stavo scorrendo vecchi articoli e ho trovato un mio pensiero dopo le prime partite di Maurizio Sarri sulla panchina della Juve. Mi sono detto, perché non proporre un post sul blog per vedere i cambiamenti nel giro di un anno? Detto questo, spero possa essere un tema interessante.
Pregi e difetti primi mesi stagione 2019/20
Descrivere l'attuale rullino di marcia della Juve comporterebbe un'analisi ad ampio raggio che, seppur immersa nei pareri dissonanti dei tifosi, viaggia all'interno di diversi binari.
Tale libero arbitrio, nonostante sia confutato nelle varietà mentali, riconosce un dominio incondizionato, sublime quanto elegante.
"I giocatori passano, la Juventus resta" recita una delle frasi di spicco legate al club, secondo una ideologia che riconosce l'amor della maglia ancor prima dell'amor proprio, il valore del singolo che risuona grazie alla forza del collettivo. Quale peculiarità d'altronde, se non porre le radici all'interno dell'ambiente bianconero, il quale elogia lo spirito del giocatore che sputa sangue per la divisa che indossa.
Effettivamente per raccontare questo dominio (quasi) decennale dovremmo ispirarci ai tonfi del passato, oltre che agli sprazzi d'erba candida in un terreno insaturo di risultati. Quel campo arido, qual era la Juventus pre-Conte, ha probabilmente indotto la rivoluzione necessaria per ravvivare un cielo nero come la notte. La forza dirigenziale spicca come principio di tutto, come l'acqua per Talete, quella sostanza fondamentale per la crescita di un progetto.
Da qui la nascita di un blocco, la BBC pre Allegriana, oltre ad un'altra "B", quella di Gianluigi Buffon, lettera che si posiziona al 2’ posto dell'alfabeto, ma che in questo caso denota il profilo del Numero Uno.
L'era vincente della Juventus, dopo il 2011 e il 2014, la scorsa estate ha conosciuto un altro significativo banco di prova. Massimiliano Allegri, dopo cinque anni di successi (11 trofei) viene esonerato per far spazio ad un amico inaspettato, Maurizio Sarri.
Il rivale delle passate stagioni, nonché l'eroe dei sogni partenopei (91 punti nel 2018 con gli azzurri) diventa improvvisamente il nuovo tecnico della Juventus.
Entriamo nel dettaglio
Da qui il nostro ragionamento: allo stato attuale, al di là di una forza dirigenziale e societaria sempre in sviluppo, quali sono le doti maggiori della Juventus?
L'addio di Allegri ha senz'altro indotto ad un rifacimento di ruoli ed elementi tecnici. Tale approccio, sebbene fosse facilmente prevedibile ha messo alla porta diverse pedine della rosa.
Il caso di Mandzukic, risolto peraltro dopo mesi di gogna mediatica, ha sconvolto alcune filosofie ormai fissate nel meccanismo. Prima di elogiare le enormi peculiarità della squadra, occorre partire da questo punto per esaminare una delle più grandi debolezze della prima sessione sarriana, la fase difensiva.
Come confermato in varie interviste, la Juventus focalizzava parte del proprio potere sulle vittorie di misura che, seppur non confluissero in una goleada, assicuravano con estrema cautela ciò che più interessava, i tre punti. La fisionomia tattica del croato, arrivato da punta consolidata in Baviera ma trasformato in esterno fluidificante nel 4-2-fantasia di Allegri, connotava un invidiabile sacrificio al servizio della squadra. Questo approccio, indirizzato alla massima conservazione del risultato ha negli anni caratterizzato una mossa per certi versi imbattibile.
L'arrivo di Maurizio Sarri ha non solo limitato l'idea di gestione, ma l'ha ravvivata attraverso un gioco fluido quanto rapido, offensivo quanto rischioso.
Tale idea affida il compito ad un gioco manovrato, in riferimento ad un insieme di interpreti promotori di un ricco fraseggio. La circolazione della palla in questo caso, in perfetta armonia fra la saturazione delle linee di passaggio e l'esasperante viaggio della sfera stile Tiki-Taka, circola per il rettangolo verde alla ricerca degli spazi. La forza della Juventus, come detto in prima istanza confida nei virtuosismi di uomini quali Cristiano Ronaldo, Dybala, Bentancur nonché Higuain, i quali, liberi tra le forme concentriche del terreno di gioco non utilizzano le medesime linee di passaggio.
Paulo Dybala regredisce di qualche metro per ricevere il pallone, ugualmente il Pipita Higuain nelle vesti di boa per smistare il gioco, allo stesso modo Ronaldo che, allargandosi sul lato esterno non permette al proprio avversario di prendere le misure.
È chiaro anche che, un'identità dedita all'attacco, soprattutto se affiancata da un pressing alto, comporti senz'altro qualche rischio difensivo.
Al fronte dei trascorsi, la Juventus guidata da Massimiliano Allegri subiva un esiguo bottino di reti quanto una minima concessione di tiri in porta, meno del 20% nella propria area di rigore.
La stagione attuale al contrario, nonostante la discriminante di un'altra debolezza, ossia gli infortuni, denota un coinvolgimento meno lieto della retroguardia (i gol subiti a fine anno saranno 43).
La rimonta del Napoli o dell'Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, nonché le amnesie di Brescia (esempio qui sotto) rappresentano la sveglia necessaria per quei momenti in cui manca lucidità.
L'ossessione della Juve infine, la Champions League, si gioca su piccoli dettagli, i quali non sempre favoriscono la compagine più attrezzata bensì la più attenta nei momenti catartici del match. Febbraio è vicino, nonché il preludio di un intenso finale di stagione: l'attenzione dovrà essere massima.
Quali sono le differenze con Pirlo secondo voi? Sono curioso di leggere i vostri pareri a riguardo.
Commenti
Sarri ha commesso il grosso errore di pensare di poter innestare il suo gioco d'attacco fatto di movimento e ripartenze veloci su un gruppo di calciatori che si era incancrenito (Allegri docet) sulla difesa rocciosa e sulle doti individuali di realizzazione di alcuni attaccanti. In verità fino a circa la 9ª giornata, a forze fresche, il gioco cominciava a svilupparsi in modo promettente ( la bella vittoria a Milano con l'Inter stava lì a dimostrarlo) ma presto le cose cominciano a precipitare anche per l'indisponibilità di Chiellini. La squadra con la difesa a zona prende troppi gol, si fatica a rientrare e si fatica ad attaccare in velocità. Si ripiega sul tiki-taka che consente di tenere il pallone con poco sforzo addormentando la partita (terribile quella persa a Napoli senza colpo ferire) ma la scarsa sorpresa e penetrazione ci manda in difficoltà. Per fortuna (si fa per dire) la sospensione di 3 mesi per Covid ci rimette fisicamente in carreggiata consentendoci con sofferenza di arrivare al 9º scudetto. Pirlo, con una squadra rinvigorita da giovani forti anche se poco navigati, fa quello che Sarri avrebbe voluto fare non riuscendovi. Ha una difesa mobile con giocatori capaci di avanzare (Danilo da catastrofe è diventato potabile) e dialogare oltre che difendere in modo dinamico. Un centrocampo non muscolare ma attualmente capace di recuperare palla ripartendo velocemente. Ma soprattutto ha un attacco coadiuvato da esterni che sono più ali, come si diceva un tempo, capaci di creare superiorità numerica servendo assist e passaggi ai 2 totem lì davanti non disdegnando di tanto in tanto di gonfiare personalmente la rete.
La sua disamina appare esauriente per quel che è il suo pensiero, condivisibile e apprezzabile ma, molto più “terra terra” io credo che la differenza tra la Juve di Sarri e la Juve di Pirlo stia tutta nella concentrazione e nella protezione assicurata dal centrocampo alla difesa. Molto più semplicemente Sarri, così come Sacchi e tanti altri tra i quali metterei anche alcuni giornalisti, credono ciecamente nel loro “MODULO” praticamente un DOGMA; Pirlo, pur nella sua inesperienza (ha pagato dazio per questo specialmente contro squadre cosiddette PICCOLE) ha capito i problemi della squadra, ha cercato di porvi rimedio e alla lunga, penso, riuscirà a dare un gioco alla Sua squadra, senza ricorrere a vari artifici, perché come diceva ALLEGRI il calcio è un gioco semplice, non c’è nulla da studiare e non si inventa nulla. BUON NATALE A TUTTI, e FORZA JUVE, FINO ALLA FINE!!! Ah, dimenticavo, quando la nostra squadra ha perso in casa col BARCELLONA, ho pensato che questo era l’anno buono. VEDREMO.
Ciao Tiberio, buone feste anche a te
Gran bel articolo! Complimenti! Pirlo sta, secondo me, ottimizzando gli errori che la squadra faceva con Sarri. La difesa è messa molto meglio quest'anno! C'è da lavorare sul centrocampo!