Dal rinvio coatto all'arbitraggio dello scandalo in Coppa Italia: se il Bologna conta più del Milan
Due partite e altrettanti casi che spingono alla più inaspettata delle riflessioni
Tre partite in stagione, due sconfitte pesanti e una vittoria inutile. Il Milan non ha certo avuto nel Bologna l’interlocutore ideale nell’amara stagione che va a concludersi. Il ko nella finale di Coppa Italia è destinato a lasciare il segno a lungo nell’ambiente rossonero. Non che con una vittoria il bilancio della stagione sarebbe diventato trionfale, ma soccombere su tutta la linea, risultato, gioco e determinazione, a un avversario non certo superiore dal punto di vista tecnico e a digiuno di titoli da 51 anni fornisce il quadro dell’inadeguatezza dell’intero ambiente milanista.
Società, allenatore e giocatori, sono tutti imputati, sebbene nello specifico proprio due delle partite stagionali contro i rossoblù suggeriscano qualche riflessione. Il ricordo non può che andare alla partita d’andata, originariamente fissata al Dall’Ara per il ottobre, ma rinviata per motivi di sicurezza, ovvero l’ondata di maltempo che proprio in quelle ore mise in ginocchio il capoluogo emiliano.
Il “balletto” di quei giorni è ben scolpito nella memoria dei tifosi del Milan: Lega perplessa sul rinvio, Bologna in pressing per non giocare, rossoneri di parere contrario, intervento a gamba tesa del sindaco Lepore e match posticipato, addirittura di cinque mesi. L’arbitraggio quantomeno discutibile di Mariani durante la finale di Coppa Italia, con le mancate espulsioni di Ferguson e Beukema che gridano vendetta, rappresenta il secondo indizio.
Unendo i puntini si può arrivare a sostenere, o quantomeno a sospettare, che il Bologna pesi politicamente più del Milan. Un paradosso, o meglio un nonsense, una ventina di anni fa, quando i rossoneri dettavano legge in Italia e nel mondo e i rossoblù lottavano per risalire dalla Serie C.
Un concetto che può venire allargato ai dirigenti. Da una parte la compatta triade del Bologna, composta dall'ad Fenucci, dal capo dell'area tecnica Sartori e dal ds Di Vaio. Dall'altra Ibrahimovic, sul cui ruolo "nebuloso" si è già discusso a lungo, il dt Moncada, il CEO Furlani e il presidente Scaroni, che l'anno passato non esitò a snobbare anche pubblicamente la Coppa Italia.
Spunti di amara riflessione per i tifosi del Milan, del resto i primi a essere convinti del fatto che non tutte le colpe di un’annata da incubo possano essere addossate a allenatori e giocatori.
