Dalla Sampdoria al Bologna, quando la Coppa Italia va in provincia: il record speciale dei rossoblù
Il trionfo degli emiliani ha il sapore dell'impresa alla luce di una formula costruita su misura per le big
Il rapporto tra il Milan e la Coppa Italia si è confermato conflittuale. Perdendo la finale di Roma contro il Bologna i rossoneri hanno ribadito di avere ben poco feeling con la seconda competizione nazionale. A lungo snobbata durante l’epopea Berlusconi, con una sola finale raggiunta, e vinta nel 2003, in oltre 20 anni, con il ko dell’Olimpico contro i rossoblù i rossoneri sono entrati in doppia cifra come numero di finali perse, ben 10, tre delle quali negli ultimi 9 anni.
Di contro il trionfo dei rossoblù, che non iscrivevano il proprio nome nell’albo d’oro dal 1974, porta una ventata di aria nuova in un movimento che da troppi anni, tra campionato e Coppa Italia, vede vincere “le solite note”. I numeri parlano chiaro: nel nuovo millennio, dopo l’exploit della Roma nel 2001, a fregiarsi dello scudetto sono state solo le tre grandi, con il Napoli unica, recente “intrusa”.
Se il Bologna realizza il sogno dell'Atalanta
Non che prima la musica fosse tanto diversa, ma imprese come quelle di Verona e Sampdoria oggi paiono anacronistiche e irripetibili, se è vero che quest’anno anche l’Atalanta ha dovuto alzare bandiera bianca nella corsa allo scudetto dopo aver resistito per quasi tre quarti di stagione.
La situazione non è molto diversa in Coppa Italia, torneo in cui anzi da diversi anni le big vengono protette, tra gare secche in casa e ingresso nella competizione posticipato. Dettagli che danno ulteriore lustro all’impresa del Bologna, capace di vincere da testa di serie numero 5 del tabellone e unica squadra insieme all’Atalanta tra le non big tradizionali in grado di spingersi fino alla finale dai tempi del Palermo nel 2011.
Eppure quanto fatto dal Bologna non era riuscito neppure alla Dea, sempre sconfitta nelle tre finali disputate sotto la gestione Gasperini, contro la Lazio e due volte contro la Juventus.
Aspettando il ritorno della "vera" Coppa Italia
In attesa di una riforma che faccia tornare la Coppa Italia una competizione davvero nazionale, aperta quindi a tutte le squadre di Serie C e magari anche della D, come auspicato dal presidente di Lega Simonelli, scenario che sembra comunque destinato a scontrarsi con le esigenze di un calendario iper-affollato, i numeri dicono che quella del Bologna è solo la 12a volta nel dopo guerra in cui la Coppa Italia non va ad una delle grandi tradizionali, comprendendo in tale lista anche Napoli e Torino.
Era accaduto con i quattro successi della Sampdoria, i tre del Parma, quello della stessa Atalanta nel 1963 e del Vicenza nel 1997, oltre che con le due precedenti affermazioni dello stesso Bologna, nel 1970 e nel ’74. I rossoblù si sono confermati al contempo imbattibili nelle finali, essendo l’unica formazione con almeno due atti conclusivi disputati a non aver mai conosciuto l’”onta” del 2° posto nella competizione.