PSG-Inter, due modi opposti per lo stesso sogno: il dato che incornicia il lavoro di Ausilio e Marotta
La finale di Champions League metterà di fronte due visioni opposte del calcio e del mercato
C’era una volta l’Inter dei grandi investimenti. E pure il PSG. Quella del 31 maggio a Monaco di Baviera sarà una finale di Champions League tra due club protagonisti di svolte importanti dal punto di vista “filosofico”. Dopo anni all’insegna di colpi milionari entrambe le società hanno imboccato vie diverse sul mercato.
L’Inter ha abbandonato ormai da anni l’era del “mecenatismo”, incarnata da Massimo Moratti, quella che dalle parti della Tour Eiffel hanno invece conosciuto (e chissà quanto apprezzato…) fino a poco tempo fa.
C'era una volta (ma un po' c'è ancora) il PSG grandi firme
Il tridente “globetrotter” Neymar-Mbappé-Messi è storia recentissima, ma non ha portato alcun titolo europeo, da qui la decisione del presidente Al-Khelaifi di dire addio ai nomi illustri per creare un gruppo più coeso e più giovane, senza stelle già affermate, ma nel quale alcuni punti fermi di esperienza, da Marquinhos a Dembélé, avrebbero dovuto fare da chioccia a talenti in rampa di lancio, meglio se francesi (Barcola, Doué), con qualche variazione sul tema, leggi Kvaratskhelia, acquistato a metà stagione dal Napoli per poco meno di 70 milioni.
Affari a zero e colpi di genio: com'è nata l'Inter che sogna la Champions
Diversa come noto la politica dell’Inter, che per anni non si è potuta permettere affari del genere, dovendo sistemare il bilancio. Da qui l’idea di puntare su parametri zero d’élite, da Calhanoglu a Mkhitaryan fino a Thuram, da innestare in un telaio costruito con colpi avveduti (il giovane Lautaro Martinez) o giocatori come Dumfries e Sommer arrivati grazie a cessioni capolavoro, Hakimi e Onana, senza dimenticare Pavard e Frattesi, qualcosa di più di 12mi uomini e costati non poco.
Filosofie a confronto: tutta l'Inter è costata come i rinforzi invernali del PSG
L’Inter del futuro nascerà in stile PSG, con Oaktree pronta ad aprire a investimenti per talenti in parte già affermati, ma intanto a Monaco si affronteranno rose costruite con modalità molto differenti. La conferma è nelle cifre. L’intera rosa dell’Inter è costata 250 milioni, quanti il PSG ne ha spesi nelle ultime due sessioni di mercato per Kvaratskhelia, Joao Neves, Pacho, Doué e Safonov, il vice Donnarumma. Le due galassie sono ancora lontane, ma a breve si avvicineranno. Tra pochi giorni, però, il modello vincente sarà soltanto uno.