Sergio Conceicao e Joao Felix, due acquisti figli della scarsa esperienza della dirigenza del Milan: l'analisi
In un Milan SERIO certe cose non sarebbero mai successe.
Con la sconfitta allo Stadio Olimpico di Roma in Finale di Coppa Italia, si è di fatto conclusa la stagione 2024/25 dei Rossoneri, che portano a casa un trofeo (la Supercoppa Italiana vinta a gennaio contro l'Inter), ma che sono attualmente all'8° posto in Serie A (fuori da tutte le coppe) e han deluso ampiamente le aspettative anche in Champions.
Mancano due partite di campionato alla fine della stagione, ma l'umore in casa Milan è pessimo, e dopo il ko di ieri sera contro il Bologna è già stato annunciato che Sergio Conceicao lascerà tra poche settimane.
Una scelta che era nell'aria da tempo (nonostante qualche smentita di facciata dei dirigenti, e gli ultimi risultati in campionato che avevano illuso solo in parte), ma che non dovrebbe soprendere perchè è il tassello finale di una stagione dominata da INCOMPETENZA e CONFUSIONE.
Conceicao: l'uomo 'forte' che non serviva
Proprio Sergio Conceicao è uno dei simboli del fallimento a 360° del progetto rossonero per la stagione 2024/25.
Arrivato a fine dicembre dopo l'esonero di Paulo Fonseca il tecnico portoghese ex Porto ha subito vinto la Supercoppa Italiana, ma soprattutto era stato presentato come "Uomo Forte".
Conceicao doveva essere colui che era in grado di ridisciplinare una squadra giovane e con alcune teste calde, che nei mesi precedenti aveva visto il 'caso cooling break' (Theo e Leao in Lazio-Milan, ndr.) e altre discussioni interne tra Fonseca e alcuni giocatori importanti.
A distanza di quasi 6 mesi di lavoro, si può dunque dire che Conceicao ha forse creato un'alchimia migliore con la squadra del suo predecessore, ma sicuramente non ha portato né risultati concreti (una Supercoppa Italiana vinta servita solo a mostrare balletti e sigari sui social, ma poco altro) né un miglioramento nella proposta di gioco o nelle prestazioni sul lungo periodo, come dimostra la classifica.
Joao Felix: da colpo low-cost a 'meteora'
L'altro esempio è quello di Joao Felix, arrivato a gennaio per rinforzare la trequarti e l'attacco rossonero e che proprio come Conceicao ha illuso inizialmente (subito in gol nei Quarti di Coppa Italia con la Roma), salvo poi sparire completamente dai radar: l'ultimo contributo è un assist che risale all'8 marzo, contro il Lecce. BASTA.
Il Minimo Comune Denominatore: Jorge Mendes e l'incompetenza del Milan
Entrambi i colpi sono stati fortemente consigliati dal super-procuratore Jorge Mendes, che cura gli interessi sia dell'allenatore che dell'ex Chelsea, e che da uomo esperto di calcio qual è ha subito colto l'aria di incertezze (e scarsa competenza, ndr.) che tirava a Milanello.
L'unico che ci ha guadagnato realmente è stato lui, piazzando due suoi asssistiti in un Top club guidato dall'incompetenza più totale, con un AD (Giorgio Furlani) che fa quadrare i conti del club e poco più, un 'Senior Advisor' (Zlatan Ibrahimovic) che si autodefinisce il 'boss' e poi non si capisce ancora bene oggi che ruolo effettivo abbia in società, e un Direttore Tecnico (Geoffrey Moncada) che risulta essere il meno peggio dei tre, ma che nasce (e doveva rimanere) un talent scout.
E sullo sfondo come dimenticare il presidente 'che non capisce di calcio' (parola di Boban, ndr.) Paolo Scaroni e il proprietario assente Gerry Cardinale, che a Milano latita ormai da mesi.
Questa stagione passerà alla storia non tanto per la Supercoppa Italiana vinta, data l'inutilità completa del trofeo, quanto come uno dei punti più bassi toccati dal Milan come società nella sua lunga storia.
