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Nainggolan e il retroscena sul proprio arresto: "Avevo bisogno di soldi"

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Quattro mesi dopo il suo arresto con l’accusa di avere avuto un ruolo centrale in un maxi-traffico internazionale di cocaina Radja Nainggolan è tornato a parlare di quei difficili momenti attraversati a gennaio.

L’ex centrocampista di Piacenza, Cagliari, Roma e Inter, tornato oggi a giocare nel massimo campionato con la maglia del KSC Lokeren-Temse, nella Serie B belga, venne rilasciato dopo un interrogatorio di tre ore, ma le indagini stanno andando avanti e il giocatore sta lavorando con i propri avvocati per dimostrare la totale estraneità alla vicenda.

Nainggolan ha svelato di aver preso in prestito 100.000 euro da un noto criminale a causa di un momento di difficoltà economica che stava vivendo, per debiti dovuti al gioco oltre che al divorzio.

“Non erano loro ad aver bisogno di soldi, ero io” ha affermato il Ninja durante gli interrogatori, come riportato dal quotidiano fiammingo Heet Laatste Nieuws citando fonti vicine alle indagini.

Il prestito, tuttavia, gli fu concesso da Nasr-Eddine Sekkaki, figura centrale e nota agli inquirenti appartenente alla criminalità belga, con alle spalle più di trenta condanne coinvolto in rapine, scippi, evasioni e traffico di droga.

Secondo quanto emerge, il denaro veniva versato sul conto della madre di Sekkaki e restituito tramite bonifici mascherati da investimenti di importo compreso tra 5.000 e 30.000 euro, alcuni dei quali era contrassegnati come "investimenti in edilizia".

"La gente crede a quello che legge sul giornale, ovvero che io sia il perno in un caso di droga. Ma non mi è stata fatta una sola domanda sulla droga durante il mio interrogatorio" ha poi aggiunto Nainggolan nel corso del talk show “Bar Goens” su VTM.