Il Milan si gioca l'Europa solo contro tutti: a Roma senza tifosi e senza dirigenti
Roma atto terzo. Nella speranza che vada meglio dei primi due. Nel pomeriggio di sabato giocatori e staff tecnico del Milan sono partiti alla volta della Capitale, per l’ultima volta in questa tormentata stagione, la seconda in quattro giorni. L’obiettivo, solo martedì scorso, era quello di fare dell’ultima trasferta dell’annata un festoso remake dopo la finale di Coppa Italia, che tuttavia ha avuto esito nefasto.
Quasi come la prima volta all’Olimpico di quest’anno, lo scorso 31 agosto, per quella che era la seconda gara lontano da San Siro di un’annata iniziata malissimo con il pareggio interno contro il Torino e il rovescio di Parma. Quella notte a Roma più del rocambolesco 2-2 contro la Lazio si parlò del cooling break boicottato da Rafa Leao e Theo Hernandez, del tutto disinteressati alle indicazioni di Paulo Fonseca. Tu chiamali, se vuoi segnali.
Così come quello, chiaro, mandato dalla società alla vigilia della ripartenza per Roma per la prima delle due partite in cui la squadra di Conceiçao si giocherà l’ultimissimo obiettivo della stagione, la qualificazione a Europa o Conference League. Per Roma squadra e staff tecnico sono partiti in perfetta e malinconica solitudine. Stando alle immagini raccolte da Sky Sport nessun dirigente rossonero ha accompagnato la squadra alla Malpensa.
Un dato inquietante, che mette in salita una partita in cui la squadra di Ranieri dovrà vincere per alimentare le speranze di 4° posto e in cui peraltro il Milan sarà anche privo dei propri tifosi, in una trasferta vietata al tifo organizzato rossonero, che aveva comunque già deciso di rinunciare per protesta nei confronti della squadra.
L’ennesima riprova di come i problemi stagionali del Diavolo siano iniziati fuori dal campo, prima ancora dell’ipotetico scarso interesse della società nei confronti del pass verso l’Europa meno nobile, che magari poco c’entra con la storia recente del Milan ma che, in particolare in caso di Europa League, potrebbe rappresentare un timido segnale di speranza in vista dell’anno zero.