Dall'arrivo al Milan alle critiche: Leao parla della sua crescita e svela il simbolo della sua serenità in campo
Rafael Leao ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Icon Magazine in cui ha parlato del suo approdo al Milan nel 2019, della crescita avuta in questi anni e di tanto altro.
L'arrivo al Milan
"Sì, ne è passato di tempo. Sono arrivato che avevo vent’anni, mi sentivo un ragazzino. Ora, invece, sono diventato un uomo: il club, con tutto il suo staff, dai compagni di squadra ai dirigenti, mi ha fatto crescere. Tutti i giorni, stagione dopo stagione, mi hanno dato e insegnato tanto. Devo ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco in questi anni al Milan: ognuno è stato importante per la mia crescita".
Le critiche
"Solitamente non leggo le critiche. Se te le fanno è perché sei bravo in quello che fai e ci si aspetta tanto da te. Comunque non sento la pressione perché adoro il calcio, è la cosa più bella che c’è per me. Sono nato giocando a calcio; ogni volta che entro in campo cerco di sfruttare al massimo la possibilità di fare ciò che più amo. Ovviamente è anche un lavoro, che affronto sempre con responsabilità, ma anche con la voglia di divertirmi con i miei compagni e di sfruttare l’occasione"
I dribbling
"Il dribbling è forse proprio il simbolo della mia serenità in campo: la gente parla, c’è pressione, ma io quando sono sul rettangolo di gioco riesco a mettere da parte tutto. Scatta una sfida con me stesso. Il mio obiettivo: cercare di fare sempre meglio".
Rafael Leao è comunque cresciuto molto in questi anni e a volte le critiche sono eccessive. Anche quest'anno spesso è finito nel mirino ma se andiamo a vedere i suoi numeri sono di tutto rispetto: sono 8 gol e 8 assist collezionato in campionato, 3 reti e un assist in Champions League.