"Gli anni migliori, in panchina con lui": l'ex Tassotti elogia Ancelotti, e svela un aneddoto ai tempi del Milan di Sacchi

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"Gli anni migliori, in panchina con lui": l'ex Tassotti elogia Ancelotti, e svela un aneddoto ai tempi del Milan di Sacchi

Il nome di Carlo Ancelotti rimarrà per sempre legato ai colori rossoneri, per quanto vinto prima da calciatore e poi da allenatore con il Milan.

Dell'ex tecnico che di recente è entrato nella storia dopo aver conquistato un altro titolo con il Real Madrid, ha parlato anche Mauro Tassotti, a sua volta grande ex dei Rossoneri, che ai microfoni di Calciomercato.com ha svelato alcuni retroscena inediti.

GLI ANNI INSIEME IN PANCHINA

“Il mio primo ricordo di Carlo fu un derby di Roma, anno 1980: lui col numero 11, io col 2. Ed era il tempo in cui il 5 marcava il 9 e l’11 stava sul 2. Per cui feci tutta la partita in marcatura su di lui.

"Gli anni migliori? Quelli passati assieme in panchina, perché sono più vicini e perché il contatto era più stretto. E poi ai tempi del nostro Milan, lo staff non era gigantesco come oggi.: eravamo 5/6 persone in tutto e dividevamo giornate intere insieme, in campo e in ritiro e in trasferta."

UN ANEDDOTO STORICO

"Aneddoto particolare? Vi dico questo: io e Carlo andavamo sempre a sederci in fondo al pullman. Sacchi mentre andavano allo stadio voleva silenzio assoluto, massima concentrazione. In fondo, almeno si poteva ridere un po’.

"Ricordo una signora, un po’ anziana, che ci aspettava dal balcone di casa, all’inizio di viale Caprilli, appena si svolta da piazzale Lotto. Stava sempre sul balcone e con la bandiera in mano.

"Una volta rispondiamo al suo saluto e così la volta dopo e così per tutto il campionato, anche perchè ci portava bene! Lei ci aspettava e noi caricavamo Carletto perché la incistasse, un vero spasso. Diventò quasi un rito per tutti!"

CONFRONTO ANCELOTTI-SACCHI

"Differenze e similitudini tra Sacchi e Ancelotti? Arrigo è malato di calcio, fissato al limite della paranoia. Carlo non lo è mai stato, è sempre stato uno che amava divertirsi, ridere e mangiare.

"Non gliene fregava nulla di passare per 'guru' come Sacchi o Mourinho o Guardiola. Lui se c’è da fare casino con i suoi calciatori, lo fa. E infatti i suoi calciatori lo adorano, perchè è uno che ama ridere!"

AutoreMattia M.FonteCalciomercato.com
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