"Milano non si accontenta" é lo slogan degli ultimi giorni, giusto, ma spesso accompagnato da giudizi spietati sulle ultime due stagioni che sono invece troppo severi e puramente emotivi.
Arrivare quinti con lo scudetto sul petto o secondi a distanza siderale dall'Inter non sono certo grandi risultati ed é giusto pretendere di più. Non si tratta però neppure di fallimento, e il Milan non é la società allo sbando che molti descrivono. I conti sono in ordine, la rosa di valore, le basi solide.
Per avere una idea di cosa sia davvero un fallimento sportivo si guardi al Napoli, attualmente a -35 (!) rispetto all'anno scorso e fresco del più imbarazzante dei record: peggior rendimento di una squadra campione, facendo peggio di ciò che restò del Toro dopo Superga. Proprio loro che prendevano in giro il Milan campione un anno e mezzo fa.
Non bisogna consolarsi guardando ai mali altrui, ma neppure trasformare un secondo posto in un fallimento solo perché davanti c'é l'Inter. I giudizi vanno dati con equilibrio, dai tifosi ma soprattutto dalla società che non può permettersi di agire sul mercato mossa dall'umore della folla.
