L' Italia esce dagli Europei e lo fa nel peggiore dei modi: con una prestazione disastrosa che mette crudelmente in evidenza gli enormi limiti della Nazionale e del calcio italiano in generale.
Si annunciano giorni di processi e discussioni sulle scelte tattiche e di uomini di Spalletti, ma i problemi sono alla radice, e alcuni di questi li ha ammessi lo stesso CT a caldo:
RITMO E GOL A FREDDO
"Quel gol all'inizio del secondo tempo ci ha tagliato le gambe, siamo stati poco incisivi. La differenza l'ha fatta il ritmo, troppo inferiore a loro nel primo tempo. E anche nelle individualità c'era un passo differente, così come nelle coppie.
Purtroppo ritmo e freschezza fanno sempre la differenza. Eppure stavolta, a differenza della gara precedente, ho cambiato giocatori, li ho fatti recuperare. Ma la risposta è stata la stessa.
DIFFICILE FARE DI PIU'
"Si vede che ora come ora, a causa di troppi condizionamenti, non riusciamo a fare più di questo. Ci vuole più ritmo, più gamba, più continuità, più sacrificio. Non siamo arrivati a questo Europeo in una condizione eccezionale e fare tutto a questa temperatura non è facile. Questa eliminazione ci dà comunque delle indicazioni, perché qualcosa bisogna sicuramente cambiare.
SERVE TEMPO
C'è la possibilità di costruire qualcosa, ma serve un po' più di tempo. Io non ne ho avuto moltissimo, s guardiamo ai miei predecessori quasi tutti hanno avuto più partite di me. Qualche partita in più mi poteva aiutare. A livello di responsabilità, quella è sempre dell'allenatore, le scelte le ho fatte io. Gravina? Con me si è sempre comportato da professionista serio e vedremo cosa ci sarà da dire".
Al di là di qualche scelta discutibile, é chiaro che Spalletti non é il responsabile di una crisi che, al netto del miracolo di Wembley, attanaglia il calcio italiano da più di 10 anni. Il problema riguarda tutti, anche le squadre di Club, a partire dalle big. Serve una rivoluzione culturale.
