Questa volta ha ragione Allegri! 3 motivi per cui 'fissarsi' con i giovani non è sempre corretto

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Questa volta ha ragione Allegri! 3 motivi per cui 'fissarsi' con i giovani non è sempre corretto

Le parole di Allegri in conferenza stampa suonano come un monito per il resto della stagione, ma fanno anche riflettere in casa bianconera: i giovani giocano quando sono forti, altrimenti rientrano nelle rotazioni come qualsiasi altro giocatore.

Il tema delle 'giovani speranze' sta particolarmente a cuore dei tifosi bianconeri, anche perchè diciamolo chiaramente: le ultime 2 stagioni sono state deludenti sotto l'aspetto dei risultati sportivi, quindi almeno lanciare qualche promessa (meglio ancora se italiana!) è un motivo di vanto e orgoglio.

Noi di Tribuna.com, in questo caso abbiamo appoggiato la teoria del tecnico , e vi proponiamo 3 spunti di riflessione sul perchè Allegri può aver ragione:

PRESSIONI E IL RISCHIO DI 'BRUCIARSI'

Giocare per la Juventus non è come giocare in una squadra di metà classifica, con tutto il rispetto dovuto. La maglia bianconera pesa in ogni singola partita, e ogni pallone toccato e giocata tentata o sbagliata viene esaltata o criticata duramente.

Un giovane ha dalla sua la voglia di strafare, la spensieratezza e anche quella sana incoscienza dell'età che non guasta mai, ma gestire le pressioni non è una cosa poco per ragazzi appena maggiorenni.

Un allenatore, al giorno d'oggi, è sempre più anche una sorta di "educatore" e psicologo, e sa quando lanciare il giovane in campo senza correre il rischio di "bruciarlo", perchè ci vuole davvero poco a venir idolatrati per una giocata riuscita o un gol, e poi dimenticati per mesi, correndo il rischio di venir "bruciati".

FODEN, FATI, ECC SONO DELLE ECCEZIONI

Il talento non si allena e non s'impara, o c'è o non c'è. Su questo c'è poco da discutere, e chiunque abbia calcato dei campi importanti lo sa bene. Quando si parla della Juventus e dei pochi giovani che giocano con continuità, facendo riferimento ai vari Ansu Fati (19) Phil Foden, (22), Jamal Musiala (19), ecc bisogna ricordarsi che quelli sono dei fuoriclasse, nel vero senso del termine.

Giocatori di questo calibro ne capitano ben pochi, mentre di giovani promettenti in grado di giocare in Serie A e fare una carriera di buon livello ce ne sono molti di più, specialmente con il passare degli anni (basti pensare alle carriere di Pogba, Barella, Cancelo, ecc).

Fabio Miretti a 19 anni ha grande qualità e talento, e merita di giocare titolare in alcune fare al pari dei suoi compagni, ma considerarlo quasi un 'titolare inamovibile' sarebbe utopia pura, oltre che un grave errore di valutazione.

LA PARTITA NON È IL METRO DI GIUDIZIO UNIVERSALE

Infine non bisogna dimenticare un aspetto che forse potrà sembrare banale, ma in realtà non lo è affatto. La partita settimanale è l'occasione per i tifosi di vedere i giocatori e le loro qualità in campo per 90', ma un allenatore vede i propri calciatori praticamente ogni giorno, per diverse ore consecutive.

Il lavoro in allenamento durante la settimana è fondamentale per essere pronti a scendere in campo, ed un tecnico (specialmente in un Top club dove i valori sono tutti mediamente alti) non fa considerazioni solamente sulla base della bravura del giocatore, schierando di volta in volta i "migliori".

Contano moltissimo (quasi più del resto) lo stato di forma, il momento del giocatore, la serenità e l'impegno dimostrati durante la settimana, ecc... Insomma, per riassumere: a meno che tu non sia un fenomeno, non sarai mai un titolare indiscusso in un Top club come la Juventus, e questo vale che tu sia un giovane talento o per un 'senatore' affidabile.

AutoreMattia M.FonteTribuna.com
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