"Ho perso tutto. Solo due persone mi credevano, una era Vialli": il dramma lungo 17 anni dell'ex Juve Padovano

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"Ho perso tutto. Solo due persone mi credevano, una era Vialli": il dramma lungo 17 anni dell'ex Juve Padovano

In una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, l'ex giocatore bianconero Michele Padovano ha commentato la sua incredibile (e triste) storia, da calciatore professionista a condannato per traffico di droga:

Vialli un vero amico

“Ho perso tutto quello che avevo: proprietà, soldi, fama. Cercavo lavoro e a parole erano tutti gentili e collaborativi, ma nei loro occhi leggevo il pregiudizio. Molti si spacciavano per amici, ma non lo erano.

"Solo due persone hanno continuato a credere in me: Gianluca Vialli e Gianluca Presicci (suo compagno ai tempi del Cosenza). Quando mi hanno arrestato, Vialli chiamava tutti i giorni mia moglie. Era una persona e un amico vero, so che oggi sarebbe felice per me. Mi manca davvero molto.”

Il futuro è positivo

“Progetti per il futuro? Voglio tornare a vivere, senza recriminare sul passato. Adesso è il momento del riscatto. Sto lavorando a un progetto legato alla gestione dei rapporti tra squadre e calciatori.  

"Non ho mai mollato, non l’ho mai fatto sul campo e nella vita. E non ho mollato neanche in Tribunale: non bisogna mai arrendersi nella vita!"

L'ex attaccante che giocò nella Juventus dal '95 al '97, è stato coinvolto in un processo che si è concluso dopo 17 anni, con la sua assoluzione, dopo che nel 2006 prestò soldi ad un amico (rivelatosi un trafficante): scontò 3 mesi di prigione e 8 ai domiciliari, e solamente pochi giorni fa è stato assolto del tutto.

AutoreMattia M.FonteCorriere della Sera
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