In una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, l'ex giocatore bianconero Michele Padovano ha commentato la sua incredibile (e triste) storia, da calciatore professionista a condannato per traffico di droga:
Vialli un vero amico
“Ho perso tutto quello che avevo: proprietà, soldi, fama. Cercavo lavoro e a parole erano tutti gentili e collaborativi, ma nei loro occhi leggevo il pregiudizio. Molti si spacciavano per amici, ma non lo erano.
"Solo due persone hanno continuato a credere in me: Gianluca Vialli e Gianluca Presicci (suo compagno ai tempi del Cosenza). Quando mi hanno arrestato, Vialli chiamava tutti i giorni mia moglie. Era una persona e un amico vero, so che oggi sarebbe felice per me. Mi manca davvero molto.”
Il futuro è positivo
“Progetti per il futuro? Voglio tornare a vivere, senza recriminare sul passato. Adesso è il momento del riscatto. Sto lavorando a un progetto legato alla gestione dei rapporti tra squadre e calciatori.
"Non ho mai mollato, non l’ho mai fatto sul campo e nella vita. E non ho mollato neanche in Tribunale: non bisogna mai arrendersi nella vita!"
L'ex attaccante che giocò nella Juventus dal '95 al '97, è stato coinvolto in un processo che si è concluso dopo 17 anni, con la sua assoluzione, dopo che nel 2006 prestò soldi ad un amico (rivelatosi un trafficante): scontò 3 mesi di prigione e 8 ai domiciliari, e solamente pochi giorni fa è stato assolto del tutto.